giovedì 21 marzo 2013

110 - L'ULTIMO STAGNO



















                                                                                                L'ULTIM BUGN 

A lo vista saltar:
con i so òc slargà
la boca sutila
la tèsta incasada.
In dal bugn
la parea cascada...
L'è l'ultim bugn ch'a gh'è restà
parchè i om i ha disfà.


L'ULTIMO STAGNO

L'ho vista saltare:
con i suoi occhi grandi,
la bocca sottile,
la testa incassata.
Sembrava caduta
nello stagno.
L'ultimo stagno rimasto
perchè gli uomini li hanno distrutti.

... per quanto riguarda il termine bugno, (dialetto bögn)
si può pensare ad una sua dipendenza dalla voce tardo
latina bunia con significato di  "paniere", che parrebbe
avere correlazione con un richiamo morfologico,evocato
presumibilmente dalla forma dei bacini creati dalla forza
dell'acqua. Se si scrive Bögn: bugno, laghetto o stagno
formato di solito da una piena del fiume,bisogna comunque
pronunciare la " ö " come se fosse una "u", per questo ho
scritto: bugn.
Nel dialetto mantovano si usa, la parola bugno, mentre nella
bassa pianura emiliano-veneta sono più consueti vocaboli
quali gorgo, gorga ovvero; rotta in mantovano, entrambe
definizioni, queste ultime, evocative quanto mai del processo
genetico delle nostre singolari raccolte d'acqua stagnante.

Non so dire se i primi passi li ho mossi sulla terra
sull'acqua del fiume Po, ero troppo piccolo per ricordarmelo.
Ricordo però che quel luogo si chiamava " La rotta".

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