martedì 30 aprile 2013

126 - ORSI E SERPENTI



SFERAPRIMEVA POST 126
Orso Marsicano


























Bruno era un orso "autoctono", così lo avevano catalogato gli 
umani che avevano inventato quella parola per distinguersi da 
chi "viene da lontano". Bruno infatti era nato e cresciuto in 
quei luoghi, ma per lui i confini non esistevano.

boschi e la terra erano di tutti e ogn'uno poteva essere libero  
di spostarsi dove voleva sulla terra intera. Autoctono e alloctono, 
sono parole inventate da razzisti, questo predicava l'Orso Bruno.
Ma nonostante le sue idee, fù "etichettato";  Marsicano.

Un giorno gli umani avevano liberato in quel territorio un 
grande serpente nero che chiamavano autostrada.
Questo serpente strisciando sinuosamente; tagliava le radure 
e talvolta si inoltrava dentro la montagna per fuoriuscirne dalla 
parte opposta, più strisciante che mai, proprio come aveva visto 
fare a certi vermi che trovava nelle mele. 
Questo pensava Bruno, Bruno aveva anche notato che quello 
era l'unico serpente in grado di strisciare contemporaneamente 
in due direzioni opposte!!!

Non gli era certo sfuggito che su quel serpente succedevano 
delle cose strane; per esempio non capiva a cosa servissero 
quelle scatole fatte di plastica e metallo che rotolando sul 
serpente nero si spostavano a grande velocità. 
Erano forse dei parassiti ?
Ogni tanto queste scatole si scontravano tra loro provocando 
la morte di vittime innocenti. 
E non capiva come mai, dopo aver rimosso i resti delle vittime, 
le corse riprendevano subito dopo, più veloci di prima.

Con la primavera arrivò anche il tempo degli amori e questo 
per Bruno era un grande momento; finalmente poteva 
accompagnarsi e mettere su famiglia. 
 Ma dove cercare la compagna?
Nel suo bosco aveva notato delle giovani orsette correre 
sull'erba verde, ma aveva sentito dire che dall'altra parte del 
serpente nero, c'era un bosco popolato da orsette molto 
disponibili. Del resto tutti sanno che; 
le orsette del vicino corrono su erba sempre più verde
E fu così che Bruno, orso innamorato, finì travolto e ucciso 
mentre cercava di attraversare il serpente nero per 
raggiungere la sua orsetta.

Nessuno aveva spiegato a Bruno che questo non è il paese 
dei balocchi.

 
Quì sotto trovate il link ad un articolo scritto da umani (?).

Segue una serie di immagini che ho scaricato da google-earth
e google-view. Osservando queste foto, mi sono sorte alcune
perplessità in merito alla effettiva validità delle reti di protezione
di cui si parla nell'articolo.


1. Mappa della zona dove è successo l'incidente
2. Serpente nero
3. Autostrada, guard-rail, boschi...
4. Uscita Torninparte

sabato 27 aprile 2013

125 - SOPRAVVISSUTI

SFERAPRIMEVA POST 125
Agnello sopravvissuto, Pasqua 2013

























Doveva essere Pasqua di Resurrezione, ogni anno in questo giorno
sulle tavole degli italiani si celebra invece la strage degli innocenti.
Parliamo degli ovini.
Le Associazioni per i diritti degli Animali avrebbero calcolato, per
quest'anno, una diminuzione dei consumi del 36% rispetto all'anno
2012. Percentuale, in diminuzione, di ben il 60% rispetto al 2011.

La conta dei caduti si fa sempre a guerra finita:
Meno agnelli sulle tavole degli italiani nella Pasqua 2013 dunque.
Qualcuno imputa questo risultato alla crisi, alcuni ad una sensibilità
finalmente acquisita dai cittadini, ma a questo noi non crediamo.
Qualcosa stà in effetti cambiando ma siamo ancora lontani.
Da una stima l'uccisione di agnellini da latte passerebbero da 250 mila
a poco più di 170 mila.
Anche se il numero totale degli ovini uccisi per queste festività di Pasqua
scende dai 4 milioni stimati a circa 2 milioni e mezzo di capi, resta
spaventosamente alto specie se consideriamo che non si tratta di
alimentazione primaria.

Ieri, ho fatto una visita di solidarietà ai sopravvissuti, con la speranza
che diventino tutti produttori di latte e caciotte. 
Di seguito alcune delle foto che ho scattato.


Foto1: Vi sembra questa una cosa da mangiare?

Foto 2: Sono tutte belle le mamme del mondo.

Foto 3: Sopravvissuto.

mercoledì 24 aprile 2013

124 - NEPA CINEREA


sferaprimeva.blogspot.it post 124
NEPA CINEREA
 
























Il maestro Bufo, soprannominato dai suoi allievi: Buffo-Buffo,
quel mattino invitò gli studenti a seguirlo.
Oggi faremo un giretto attorno allo stagno, lo scopo è quello di
conoscere i suoi abitanti.
Conoscere il nostro "habitat" abbassa i rischi di brutte sorprese.
Gli studenti si misero ordinatamente in fila e seguirono il Maestro
con attenzione.

Ecco il primo abitante, che vi voglio presentare oggi; come vedete
ha scelto un metodo di vivere acquatico.
Immerso completamente ha però assunto una strana posizione.
A testa in giù, provvisto di chele che gli servono per catturare le
prede che si aggirano nelle vicinanze.
Per questo è chiamato anche; scorpione d'acqua. Ha la parte
dell'addome rivolta verso la superfice, che termina con un tubicino.

NEPA CINEREA o SCORPIONE D'ACQUA - sferaprimeva.blogspot.it
Nepa cinerea; scorpione d'acqua

























Qualcuno di voi saprebbe dire a cosa serve quel tubicino che
sporge oltre il pelo dell'acqua?
Silenzio, tra gli studenti...
Forza!!! ribattè il maestro, nessuna idea?
Ad un certo punto si alzò una zampetta verde. Brava Ila, disse
il Maestro, raccontaci. 
Secondo me, esordì Ila, se consideriamo che nell'acqua la velocità
del suono è quasi cinque volte superiore a quella nell'aria, quella si
serve del tubicino per non farsi scoprire quando fà le puzzette.
Improvvisamente, in tutta la classe scoppiò un gran coro di risate,
mentre non mancarono gli applausi.

Il Maestro Bufo, riportato all'ordine i suoi studenti, spiegò a che serviva
quello strano tubicino:
L'animale che state vedendo, appartiene alla famiglia degli insetti e
si chiama Nepa cinerea, mentre quel tubicino che esce dall'addome
ha le funzioni di "sifone addominale" e serve per la respirazione.

Chiaro ora a che serve quel tubicino? Siiii, risposero gli studenti.
Tutti, tranne una. La raganella Ila, infatti, dentro di lei pensò:
Sarà, ma per me quella li qualche puzzetta la fa.


  

domenica 21 aprile 2013

123 - GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO 2013


sferaprimeva - post 123
La Garzantina






















PRURITI CULTURALI

Una Garzantina,
attraversò il Ponte Alle Grazie
mostrando le sue gambe da Oscar.
Un paio di giovani BUR,
allungarono il collo
come fanno gli Struzzi.
Alcuni Adelphi,
appena Giunti dal Mulino,
lanciarono un fischio di ammirazione:
Hoepli!
porta Laterza.

 
L’UNESCO ha dichiarato il 23 Aprile “Giornata Mondiale del Libro
e del Diritto d’Autore”. Il filo conduttore della campagna 2013  è
“leggere fa crescere” con lo scopo di focalizzare l’attenzione sulla
lettura come elemento chiave per acquisire consapevolezza di sé e
capacità di comprendere il mondo e dunque come strumento per la
crescita personale e collettiva.
Giornata mondiale del libro 2013 :






giovedì 18 aprile 2013

122 - IMPRONTA SULL'ERBA


SFERAPRIMEVA POST 122












 
 
 
 
 
 
Chi ha il denaro come religione,
trova meraviglioso camminare sull'asfalto.
La vera meraviglia è; camminare sull'erba.

martedì 16 aprile 2013

121 - UN ORTO A KM0

SFERAPRIMEVA P 121 - CONVERSAZIONE
SimilMatisse


















 







A volte si ha la sensazione che certe idee o suggerimenti
dati al fine di mettere in pratica un cambiamento, sia pur
piccolo, vengano ripresi dai media solo e unicamente per
fare "audience" o scrivere pagine che altrimenti non
saprebbero come riempire.
Il "gossip" è spesso la loro ancora di salvezza.
Capita che iniziative come quella del Km0, che trovò
vasta eco alcuni mesi orsono, sia oggi ignorata dai giornali
e dai media in generale.
Voi che pensate?


Ecco come iniziava il post N. 82 di Sferaprimeva, non a caso
il primo post dell'anno 2013:
IL Km0 E' UNA FILOSOFIA DI CONSUMO, che consiste
nell'acquisto di prodotti agricoli direttamente dal produttore
senza passaggi intermedi. Come fare il primo passo per
iniziare ad applicre questo concetto in casa nostra? ...

L'inverno appena trascorso, se non è stato uno dei più freddi, è stato certamente uno dei più lunghi.
In alta collina, la primavera è in ritardo. Per recuperare stà
arrivando al galoppo.
Ieri è stata una bellissima giornata di sole, quindi il piccolo
orto di famiglia a Km0: "è partito".
Vediamo come un piccolo orto a Km0 inizia la sua stagione:


1. Dopo una prima vangata all'inizio dell'inverno,è stata fatta
una seconda vangata, più leggera, di inizio stagione.

2. Come si osserva dalle foto, questo orticello ha la forma di
un ventaglio ed è diviso in 7 parcelle.
( Vedi Post N.91 Hortus Novo a Km0).
Oggi ci limiteremo a seminare una parcella. Le altre parcelle
verranno seminate man mano che la stagione lo consente.
Dopo la vangatura si concima la parcella da seminare.
In questo caso è stato usato del concime stallatico cubettato.
Si tratta di un Ammendante bovino ed equino che si trova in
tutti i Consorzi e nei Garden-Center.
Attenzione: Usare solo stallatico consentito in Agricoltura
Biologica e possibilmente Certificato ISO9001.
Trovate tutto sulla confezione.

3.Dopo la concimazione, livellare la superficie da seminare.

4. A questo punto predisporre la parcella per il tunnel,la primavera stà arrivando ma ci possono essere ancora giornate e notti in cui la temperatura scende parecchio.
La prima parte consiste nel fissare nel terreno dei ferretti metallici plastificati, anche questi reperibili nei Consorzi o 
nei Bricocenter.

5. Dopo aver praticato dei piccolo solchi, distanti alcuni cm tra di loro; si procede alla semina. Oggi abbiamo seminato:
Lattuga da taglio mista, lattuga verde da taglio a foglie liscie,
insalata scarola, rucola.

6. Dopo di chè si innafia dolcemente, si ricoprono i solchi
e si innafia di nuovo. A questo punto si stende l'apposito
telo traforato e il nostro tunnel per l'insalata a Km0 è pronto.
Non ci resta che attendere per il primo raccolto.

7. Dopo 10-15 giorni, dipende dalla stagione, l'insalata è
pronta per il primo raccolto a Km0.

Se un mattino
appena sveglio,
ti senti triste
e vedi il mondo nero.
Nero come una poesia
di Edgar Lee Masters,
esci e fai un orto
nel tuo giardino.
                       abellinta

Se avete contributi sull'orto a km0 che vorreste vedere
pubblicati sul questo blog mandateli a:
specificando chiaramente la vostra richiesta.
 

domenica 14 aprile 2013

120 - PACIFISTA


SFERAPRIMEVA - POST 120



















Un pacifista è come una viola bianca,
in mezzo ad un letto di viole.
La prima che viene colta.

mercoledì 10 aprile 2013

119 - RISCATTO


SFERAPRIMEVA Post 119 - 2013
Terra Madre Simil Glaser


































Siamo quì davanti a te, Madre:
ti abbiamo odiato troppo a lungo,
figli mai cresciuti.
Che non hanno mai amato neanche il Padre,
fin dai tempi di Adamo.

Siamo quì davanti a te, Madre:
all'ombra dell'ultimo albero.
E' rimasto un solo tronco,
un solo rizoma.

Vogliamo tornare a seminare.
Vorremmo che il vento
riprendesse a cantare fra le canne.
E' con questo canto di riscatto,
che vogliamo ritornare da te, Madre

lunedì 8 aprile 2013

118 - CAPO SEATTLE



SFERAPRIMEVA POST 118
Capo seattle
































Sembrerebbe non vera la storia che racconta come nel 1854 il
"Grande Bianco" di Washington (il presidente degli Stati Uniti) si offrì
di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una
"riserva" per il popolo indiano. Gli Archivi Nazionali, la Biblioteca del
Congresso e l'Agenzia di Informazioni degli USA ricevono ogni anno
numerose richieste di avere il testo originale del discorso che Capo
Seattle avrebbe pronunciato e di una lettera che avrebbe mandato al
presidente Franklin Pierce (1855).Il testo di quella lettera, non esiste.

Una verità possibile è che nel 1854 il Governatore Stevens tentò di
comprare Puget Sound dai Suquamish e in questa occasione
Capo Seattle, tenne un discorso, nella sua lingua madre, tradotto da
un certo Dr.Henry A.Smith che pubblicò una sua "versione" nel 1887.

Noi non sappiamo se questa lettera sia una "bufala" oppure no.
Ci piace credere si tratti di una lettera spedita e mai arrivata.
Crediamo anche che si debba adottare come:
"Manifesto di sentimento e pensiero ecologico"
in quanto mancante nella cultura delle Nazioni "Civilizzate".

Di seguito, la lettera attribuita al capo Seattle.
Un testo che consideriamo la più bella e profonda dichiarazione
mai fatta sull'ambiente:

Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra?
L'idea ci sembra strana.
Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua,
come potete voi acquistarli? Ogni parte di questa terra è sacra per il
mio popolo. Ogni ago lucente di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo
di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura e ogni ronzio di insetti è
sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo.
La linfa che cola negli alberi, porta con sé il ricordo dell'uomo rosso.
I morti dell'uomo bianco dimenticano il loro paese natale, quando
vanno a passeggiare nelle stelle. I nostri morti non dimenticano mai
questa terra meravigliosa, perché essa è la Madre dell'uomo rosso.
Noi siamo una parte della terra e la terra fa parte di noi.
I fiori profumati sono nostri fratelli: il cervo, il cavallo, la grande aquila
sono nostri fratelli; le coste rocciose, il verde dei prati, il calore dei
pony e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia.
 

Per questo quando il grande Capo Bianco di Washington ci manda a
dire che vuole acquistare la nostra terra, ci chiede una grossa parte
di noi. Il grande Capo ci manda a dire che ci riserverà uno spazio per
muoverci, affinché possiamo vivere confortevolmente tra di noi.
Egli sarà il nostro padre, noi saremo i suoi figli. Prenderemo in
considerazione,dunque,la vostra offerta,ma non sarà facile accettarla.
Questa terra per noi è sacra. Questa acqua scintillante che scorre nei
torrenti e nei fiumi, non è solamente acqua; per noi è qualcosa di
immensamente più significativo; è il sangue dei nostri padri.
Se vi vendiamo le nostre terre, dovete ricordarvi e insegnarlo ai vostri
figli che i fiumi sono i nostri e i vostri fratelli e dovrete dimostrare per i
fiumi lo stesso affetto che dimostrereste ad un fratello.

 
Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui
una parte della terra è uguale all'altra, perché è come uno straniero
che arriva di notte ed alloggia nel posto che più gli conviene.
La terra non è sua amica, la considera nemica e, quando l'ha
conquistata,va oltre.Abbandona la terra dei suoi avi,e ciò non lo turba.
Toglie la terra ai suoi figli, e ciò non lo turba.
La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi figli cadono nell'oblio.
Tratta sua madre, la Terra, e suo fratello, il Cielo, come se fossero
semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere, come
si fa con le pecore e con le pietre preziose. La sua bramosia divorerà
tutta la terra e a lui non resterà che il deserto. Io lo so.
I nostri costumi sono diversi dai vostri. La vista delle vostre città fa
male agli occhi dell'uomo rosso. Non esiste un luogo per udire le
gemme schiudersi in primavera o ascoltare
il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse ciò avviene perché io sono
un selvaggio, e non posso comprendere. Sembra che il rumore
offenda solo le orecchie.
 E che gusto c'è a vivere se l'uomo non può ascoltare il grido solitario
del caprimulgo o il chiacchierio delle rane di notte attorno ad uno
stagno?
Io sono un uomo rosso e non comprendo.
L'indiano preferisce il suono dolce del vento che si slancia come una
freccia al di sopra dello specchio di uno stagno,e l'odore del vento
stesso,reso terso dalla pioggia meridiana o profumato di pino.
L'aria è preziosa per l'uomo rosso, giacchè tutte le cose respirano la
stessa aria.
L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira.
Come un uomo per più giorni in agonia, egli è insensibile al fetore.
Ma se vi vendiamo le nostre terre, dovete ricordare che l'aria per noi
è preziosa e il suo soffio ci fà vivere.
Il vento che ha dato il primo alito al nostro avo, è lo stesso che
ha raccolto il suo ultimo respiro.
E se vi vendiamo le nostre terre, voi dovete custodirle in modo tutto
particolare, e tenerle per sacre, e considerarle come un luogo dove
anche l'uomo bianco può andare a godersi il vento che reca le
fragranze del prato, reso dolce dai fiori. 

Considereremo la vostra offerta di acquistare le nostre terre.
Ma se decidiamo di accettare la proposta, io porrò una condizione:
l'uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono in questa terra,
come se fossero suoi fratelli. Io sono selvaggio, e non conosco altro
modo di vivere.
Ho visto un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria abbandonati
dall'uomo bianco dopo che erano stati abbattuti da un treno in corsa.
Io sono selvaggio, e non comprendo come il "cavallo di ferro fumante"
possa essere più importante dei bisonti quando noi li uccidiamo solo
per sopravvivere.
Cosa è l'uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero,
l'uomo morirebbe in una grande solitudine.
Perché ciò che accade agli animali, prima o poi accade agli uomini.
Tutte le cose sono connesse tra loro. Dovete insegnare ai vostri figli
che il suolo che essi calpestano, è fatto delle ceneri dei nostri padri.
Affinché i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa è
arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli ciò che
noi abbiamo insegnato ai nostri: che la Terra è la Madre di tutti noi.
Tutto ciò che di buono arriva alla terra, arriva anche ai figli della terra.
Se gli uomini sputano sul suolo sputano su se stessi.
Noi sappiamo almeno questo: Non è la Terra che appartiene all'uomo,
ma è l'uomo che appartiene alla terra.
Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono connesse, come i membri
di una famiglia sono connessi da un medesimo sangue.
Tutte le cose sono connesse.
Tutto ciò che accade alla terra, accade anche ai figli.
Non è l'uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne ha soltanto
il filo. Tutto ciò che egli fa alla trama, lo fa a se stesso.
Lo stesso uomo bianco con il quale il suo Dio si accompagna e parla
con lui, come due amici insieme, non può sottrarsi al destino comune.
Dopo tutto forse noi siamo fratelli. Vedremo.  C'è una cosa che noi
sappiamo, e che forse l'uomo bianco scoprirà presto:
il nostro Dio è il suo stesso Dio.
Voi forse pensate che adesso lo possedete, come volete possedere
le nostre terre: ma non lo potete. Egli è il Dio degli uomini e la pietà
è uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco, tanto per quello rosso.
Questa terra per lui è preziosa, nuocere alla terra è come disprezzare
il suo Creatore.

Anche i bianchi spariranno; forse prima di tutte le altre tribù.
Contaminate il vostro letto e vi troverete soffocati dai vostri rifiuti.
Dove è finito il bosco? E' scomparso.
Dove è finita l'aquila? E' scomparsa.
E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza.
PS: Digitando nella casella di ricerca di Google:
lettera del capo seattle al presidente degli stati uniti
Troverete una serie innumerovole di link che,oltre a riportare il testo della 
lettera, forniscono varie interpretazioni sulla stessa.

sabato 6 aprile 2013

117 - CAPRIOLO FIORENTINO

SFERAPRIMEVA POST 117 2013
Capriolo fiorentino





























LA GAZZETTA DELLO STAGNO

APRILE 2013. Un giovane capriolo si è perso sulle colline attorno 
a Firenze. L'animale non riconoscendo più i suoi sentieri coperti 
d'erba e segnati dai rovi, si sarebbe molto spaventato quando si 
trovò nel bel mezzo di un "sentiero" mai visto prima.
Una cosa nera, lunga più di mille serpenti, con sopra degli ordigni 
di latta che correvano molto più velocemente di lui.
Questi strani oggetti metallici, avevano occhi che lanciavano grandi 
raggi di luce, anche in pieno giorno.
Attrezzi rotanti che emettavano dei lamenti, oppure dei suoni di 
sfida che causavano la reazione rabbiosa di quelli più vicini perchè 
a loro volta emettevano gli stessi suoni con tonalità più veementi e 
nervose: bit,biit,biiit.
Il giovane capriolo notò anche che ogn'uno di questi oggetti, al 
proprio interno tratteneva prigioniero e ben legato con delle cinture  
uno o più umani.

Per non cadere a sua volta prigioniero, si mise a correre a  
perdifiato,quando si accorse che lì vicino scorreva il fiume Arno; 
sono salvo pensò il capriolo che attraversò il fiume a nuoto.  
Ma, giunto sulla riva opposta un'altra carica di quegli orribili mezzi 
lo investì, ferendolo leggermente ad una zampa. Quando si riprese 
il capriolo si trovò in una stanza bianca, con disegnato sul muro 
una grande Croce Rossa: sono morto, pensò.
Invece no, umani vestiti di bianco, lo consegnarono ad altri umani 
vestiti di verde. Questi ultimi sembravano molto ben disposti nei suoi 
 confronti. Infatti lo caricarono su uno di quei mezzi diabolici dai quali 
aveva invano tentato di sfuggire e lo riportarono sulle colline, dove 
con sua grande sorpresa lo lasciarono libero.

Arrivato nei pressi della sua radura, corse incontro alla madre che 
lo stava aspettando con ansia. Dopo aver raccontato quello che gli 
era capitato; mise tutti in guardia sul pericolo che questi serpenti neri 
chiamati strade avrebbero portato.  
Ma si accorse che i fratelli lo guardavano con compatimento,mentre
la mamma gli allungò un benevolo scappellotto; sei il solito ballista,
vedresti gli umani volare sulla luna.

La descrizione di come gli umani hanno visto la disavventura del 
giovane capriolo fiorentino, si trova quì:

giovedì 4 aprile 2013

116 - LEZIONE NELLO STAGNO

SFERAPRIMEVA  P116 - 2013
Lepidottero al primo giorno di scuola


In una piccola ansa, sul bordo dello stagno di Sferaprimeva,
la classe era attenta e in silenzio.
Sulle ninfee e sui rami sporgenti stavano gli alunni,
per un giovane lepidottero era il primo giorno di scuola.
Comodamente seduto sulla cattedra il maestro Bufo, il quale raccomandava ai suoi alunni l'importanza di stare attenti.
Questa raccomandazione era talmente importante che,
lo raccomandava anche in vari dialetti:
fè balà l'occ, stè in slurcion, stateve accuorti,
gràà gràà...


Nello stagno, più che in città, la vita presenta sempre grandi pericoli.
Restate a lungo in ascolto, memorizzate i rumori.
Particolare attenzione bisogna prestare al silenzio:
il silenzio non è un rumore, ma è uno dei segnali più pericolosi.
Questo insegnava il Maestro Bufo.


Ma Maestro Bufo, soprannominato dai suoi alunni; Buffo Buffo, 
era anche un poeta e quando raccomandava
di prestare attenzione a tutti i segnali, intendeva anche:
prestate attenzione al canto di una cinciarella,
al vento che passa fischiando allegramente tra le canne,
una ninfea che si schiude, un petalo che cade.
Questi, sono segnali di pace.


lunedì 1 aprile 2013

115 - LEZIONE DI PRIMAVERA

SFERAPRIMEVA - POST 115-2013
Primavera in Brianza


























  

LEZIONE DI PRIMAVERA

- Il corpo della collina
non è nostro
- Il tuffo della rana
non è nostro
- Il letto del torrente
non è nostro
- L'eco del cuculo
non è nostro
- Il balzo della volpe nella tana
non è nostro
- Il colore delle primule
non è nostro
- Il profumo del rosmarino
non è nostro
- Il guizzo del gambero
non è nostro
- Il bosco
non è nostro

Tutto ciò
non è nostro
Per questo dobbiamo lasciarlo
a chi verrà dopo di noi