venerdì 24 maggio 2013

134 - IL GATTO DEL TIGRAI



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Il gatto del Tigrai














 













Gonzaga Andrea del Tigrai, soprannominato Gat, era un gatto 
mantovano, cittadino da generazioni, abitava nel quartiere 
elegante Te Brunetti. Un tempo chiamato "Tigrai" perchè  
popolalato da gatti poveri, extracomunitari, rom.


Al Te Brunetti dunque, era nato Gat e da li non si era mai mosso.
Tranne una volta, che era stato in "piazza" ; aveva sentito dire che là si
poteva raccattare facilmente qualche buon boccone, donato dai turisti
seduti ai tavoli dei ristoranti all'aperto del centro storico,
Al grifone bianco, trattoria Cento rampini, l'Ochina bianca, ai Garibaldini.
L'odore di quei piatti lo stordìva; agnolini in brodo, luccio in salsa, 
stracotto d'asino, salumi...
 
Per non correre il rischio di incontrare i cani dei turisti, procedeva  
guardingo e rasente ai muri di Piazza Sordello.
Arrivato davanti al portone di Palazzo Canossa, improvvisamente si 
trovò davanti un grosso cane bianco.
Al momento il cane non sembrava badare a lui in quanto intento a  
rosicchiare un osso. Spaventatissimo, con il pelo ritto sulla gobba, 
Gat ritornò a gran velocità al suo quartiere. 
Non si era accorto che quel cane era di marmo, una scritta scolpita
sulla pietra avvertiva: " Quando questo cane finirà di mangiar quest'ossa, 
finirà la casa Canossa ".
Delirio degli umani, da tempo immemore è morta Matilde mentre il cane
è ancora lì più affamato che mai.

Da allora Gat non si arrischiò più a circolare liberamente alla luce 
del giorno. Si era iscritto al Comitato Gattorandagio, dove aveva 
assicurato un pasto giornaliero e aveva diritto a cure mediche gratuite. 
Ma un brutto giorno, Gat incontrò l'animale più feroce del mondo,  
che con un colpo di fucile a pallettoni lo colpì all'addome provocandogli 
indicibili dolori. Miagolando per il male, Gat cercò un riparo che non trovò.
Qualcuno lo udì e chiamò i soccorsi che arrivarono, ma troppo tardi.
Gat morì lasciando questo mondo.
Ora Gat è tornato nel Tigrai, un luogo di poveri, extracomunitari, rom,
dove l'animale più feroce del mondo non è ancora arrivato. Per ora.

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