sabato 6 aprile 2013

117 - CAPRIOLO FIORENTINO

SFERAPRIMEVA POST 117 2013
Capriolo fiorentino





























LA GAZZETTA DELLO STAGNO

APRILE 2013. Un giovane capriolo si è perso sulle colline attorno 
a Firenze. L'animale non riconoscendo più i suoi sentieri coperti 
d'erba e segnati dai rovi, si sarebbe molto spaventato quando si 
trovò nel bel mezzo di un "sentiero" mai visto prima.
Una cosa nera, lunga più di mille serpenti, con sopra degli ordigni 
di latta che correvano molto più velocemente di lui.
Questi strani oggetti metallici, avevano occhi che lanciavano grandi 
raggi di luce, anche in pieno giorno.
Attrezzi rotanti che emettavano dei lamenti, oppure dei suoni di 
sfida che causavano la reazione rabbiosa di quelli più vicini perchè 
a loro volta emettevano gli stessi suoni con tonalità più veementi e 
nervose: bit,biit,biiit.
Il giovane capriolo notò anche che ogn'uno di questi oggetti, al 
proprio interno tratteneva prigioniero e ben legato con delle cinture  
uno o più umani.

Per non cadere a sua volta prigioniero, si mise a correre a  
perdifiato,quando si accorse che lì vicino scorreva il fiume Arno; 
sono salvo pensò il capriolo che attraversò il fiume a nuoto.  
Ma, giunto sulla riva opposta un'altra carica di quegli orribili mezzi 
lo investì, ferendolo leggermente ad una zampa. Quando si riprese 
il capriolo si trovò in una stanza bianca, con disegnato sul muro 
una grande Croce Rossa: sono morto, pensò.
Invece no, umani vestiti di bianco, lo consegnarono ad altri umani 
vestiti di verde. Questi ultimi sembravano molto ben disposti nei suoi 
 confronti. Infatti lo caricarono su uno di quei mezzi diabolici dai quali 
aveva invano tentato di sfuggire e lo riportarono sulle colline, dove 
con sua grande sorpresa lo lasciarono libero.

Arrivato nei pressi della sua radura, corse incontro alla madre che 
lo stava aspettando con ansia. Dopo aver raccontato quello che gli 
era capitato; mise tutti in guardia sul pericolo che questi serpenti neri 
chiamati strade avrebbero portato.  
Ma si accorse che i fratelli lo guardavano con compatimento,mentre
la mamma gli allungò un benevolo scappellotto; sei il solito ballista,
vedresti gli umani volare sulla luna.

La descrizione di come gli umani hanno visto la disavventura del 
giovane capriolo fiorentino, si trova quì:

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