Questa Feria d'agosto,
mi ricorda un ferragosto di tanti anni fa.
In una frazione del destra Po, dove gli alti roveri
avevano fatto posto alle basse vigne.
Nel ricordo attendo ciò che non accadrà mai più;
ma nessuno potrà mai portarmelo via.
Feria d’agosto (*), l’incipit di: La
vigna:
Una vigna che sale sul dorso di un
colle fino
a incedersi nel cielo, è una vista familiare,
eppure le cortine dei filari semplici e profonde
a incedersi nel cielo, è una vista familiare,
eppure le cortine dei filari semplici e profonde
appaiono una porta magica.
Sotto le viti la terra rossa è
dissodata,
le foglie nascondono tesori,e di là dalle foglie sta il cielo.
le foglie nascondono tesori,e di là dalle foglie sta il cielo.
Tutto ciò è familiare e remoto,
infantile a dirla breve,
ma scuote ogni volta, quasi fosse un mondo.
La visione s’accompagna al sospetto
che queste non siano se non le quinte
di una scena favolosa in attesa di un evento
che queste non siano se non le quinte
di una scena favolosa in attesa di un evento
che né il ricordo né la fantasia
conoscono.
Qualcosa di inaudito è accaduto o
accadrà
su questo teatro.
su questo teatro.
Solamente un ragazzo la conosce
davvero;
sono passati gli anni, ma davanti alla vigna
l’uomo adulto contemplandola ritrova il ragazzo.
sono passati gli anni, ma davanti alla vigna
l’uomo adulto contemplandola ritrova il ragazzo.
Ma nulla è veramente accaduto e il
ragazzo non sapeva
di attendere ciò che adesso sfugge anche al ricordo.
di attendere ciò che adesso sfugge anche al ricordo.
E ciò che non accadde al principio
non può accadere
mai più.
mai più.
(*) Cesare Pavese; Feria
d’agosto.
Einaudi-P.238-Euro
11-
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