giovedì 13 febbraio 2014

210 - IL SIG. WITHMAN

La Luna del Sig. Withman

























 
 
Il Sig. Withman quella sera si sentiva più scoraggiato del solito,
con la speranza di rompere la solitudine che sempre più spesso
lo confinava nella sua gabbia, decise di uscire per guardare la Luna.
Arrivato sul viale che costeggiava il grande quartiere;
osservò come
tutto si stesse spegnendo.
La brillantezza del verde era stata soffocata dalle spire del serpente
nero dalla pelle d'asfalto.
Tutto gli appariva opaco, anche la vita gli appariva “sospesa”.
Gli uomini erano rinchiusi nelle loro case e gli alberi sembravano
mostrare i rami rattrappiti dalle proprie ombre.
Perfino l'oscurità era rintanata nel più fitto degli androni.
Incontrò una mamma in compagnia dei figli mentre stavano rincasando,
il Sig. Withman alzò il capo, pronto ad un saluto.
Ma la donna, stringendo a se i piccoli, accelerò il passo senza guardarlo
lasciandolo solo in quel deserto.
La solitudine avvolgeva il Sig. Withman come una cappa, una specie
di campana che lo isolava da tutto e da tutti.
 
 
Ah! come avrebbe preferito vivere come gli animali,
pensò in quel momento;
Da sempre si chiedeva dove impararono quei comportamenti.
Atteggiamenti che anche gli umani dovevano avere un tempo,
poi lasciati cadere per la mania di possedere.
 

La via a quell’ora gli sembrava ancora più lunga,
silenziosa e deserta .
Alzò gli occhi al cielo, ma la nebbia con la sua luce fioca:
offuscava il firmamento.
Guardando il cielo, il Sig. Withman non si accorse che camminava
sul bordo del marciapiede, finì per inciampare e cadere a terra
lanciando un urlo, più di sorpresa che di dolore.
Non appena si rialzò una luce lo investì:
- ALT, SI FERMI, COME SI CHIAMA?
- Walt Withman.
- COME HA DETTO? SCANDISCA PIU’ FORTE, SVELTO!
- Walt Withman.
- IMPIEGO?
- Poeta.
- DISOCCUPATO, ribattè la voce dietro la luce.
- COME MAI SI TROVA FUORI A QUEST’ORA SIGN. WITHMAN?
- Per vedere la Luna.

- ESCE LA SERA SOLO PER VEDERE LA LUNA, SIGN. WITHMAN?
  E OGNI QUANTO TEMPO LO FA?
- Ogni volta che mi sento solo e sfiduciato, lo faccio da anni.
- DEVE ESSERE UNO DI QUELLI... UNA TESTADITASSO,
  ribatte ancora una volta la voce.
- OK SIG. WITHMAN, SALGA IN AUTO
- Ma io… non ho fatto nulla. Volevo solo guardare la luna.
- PRESTO!!! SALGA IN AUTO
- DOVE LO PORTIAMO? Chiese l’autista.
- AL NUCLEO DI CONTROLLO PER CELEBROLABILI.
 

Abbassa il tuo sguardo,bella luna e inonda questa
   scena.
Versa benigna i fiotti del nimbo(*) della notte su volti
   orrendi, tumefatti, violacei.
Sopra i morti riversi con le braccia spalancate,
Versa il tuo nimbo generoso, sacra luna.
W.WITHMAN: Foglie d’erba.
(*) nimbo=sfolgorio di luce
 
 
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