Aisha |
Quel tardo
pomeriggio invernale l'ippopotamo femmina
Aisha si rialzò
mollemente, una luce fioca proveniva dal
un lato della sua gabbia; il
cancello che fungeva da porta
appariva aperto.
Aisha, che
non aveva mai oltrepassato quella gabbia: uscì.
A dire il
vero, Aisha non sapeva cosa significasse uscire.
Ne avrebbe
potuto descrivere la parola "libertà".
Sospirando
tra sé, si chiese che stesse succedendo.
Una
prigionia che durava da una vita, appariva svanita.
La
solitudine e il tran-tran quotidiano; che consisteva
nello sfilare sotto un
tendone punzecchiata dall’animale
più feroce del mondo era tutta
la sua esperienza e…
talvolta la sua angoscia.
Ma ora,
cosa stava succedendo? Uscita fuori dal recinto,
fu presa
dal panico: un ambiente che non aveva mai visto,
un mondo
che non doveva essere il suo.Tutto gli sembrava
incolore,
la terra risultava ricoperta da un lungo serpente
nero ornato
da una striscia bianca che gli umani chiamavano
"strada",mentre
il cielo appariva incanutito, non come se lo
immaginava
lei.
Aisha
non sapeva dove andare, quale direzione prendere.
Si
trovò a camminare sul serpente nero, ma fù intimorita da
degli
strani esseri che correvano velocemente rotolando
sulla groppa del
serpente nero lanciando sguardi di luce
lampeggiante ed
emettendo dei sibili nervosi,per lei
incomprensibili; biit!,biììit!!
Le cronache
riportano che l'animale, spaventato, dopo
essere stato investito
nonostante la mole è deceduto
all’istante.
Qualcuno
ipotizza che “Animalisti” avrebbero aperto la
prigione di Aisha
con l’intento di dargli la libertà.
Gli hanno
invece dato la morte.
Questa è la
storia dell’ippopotamo Aisha.
Condannata
all’ergastolo, asservita come umile bestia da
spettacolo
e tormentata per lucro:
Eravamo in
pieno spettacolo e abbiamo annunciato la pausa
per
recuperare gli animali…